Dendrobates, Dendrobates

« Older   Newer »
  Share  
The Dookie
view post Posted on 25/10/2007, 20:36




image



Famiglia e Morfologia:

In realtà la famiglia dei dendrobatidi contiene circa 175 specie descritte con 65 propriamente nel genere Dendrobates. Che io sappia in commercio si trovano più frequentemente 8 specie del genere Dendrobates (D. auratus, D. azureus, D. fantasticus, D.imitator, D. leucomelas, D. quinquevittatus, D. reticulatus, D. tinctorius, D. variabilis, D. ventrimaculatus) e tutti e 5 i Phyllobates (P. aurotaenia, P. bicolor, P. lugubris, P. terribilis, P. vittatus).
Questo avviene perchè le specie anzidette sono tutte attualmente riprodotte in cattività senza grossi problemi, infatti queste ranocchiette sono protette dalla convenzione di Washington per cui è quasi impossibile ottenere animali selvatici (se le acquistate ricordatevi di pretendere i CITES).

Storia:

Il loro nome significa letteralmente arrampicatrici di rami e sono conosciute dagli anglosassoni come rane velenose o rane dei dardi, il che ce la dice già lunga sia sulle loro abitudini di vita che sulla loro potenziale pericolosità!
Permettetemi due parole sulla loro effettiva pericolosità: le più velenose sarebbero le Phyllobates (aurotaenia, bicolor e terribilis), uniche ad essere effettivamente usate dagli amerindi per avvelenare i dardi delle loro cerbottane. Resta il fatto che in cattività la tossicità di questi animaletti (che non superano mai i 7-8 cm di lunghezza) è quasi nulla poichè la dendrobatotossina (assai simile agli alcaloidi di certi vegetali) pare essere legata alla dieta naturale delle ranocchiette, che in cattività non può essere riprodotta. Comunque, siccome l'unico modo per farsi avvelenare da una Dendrobates è di inghiottirsela viva, la loro pericolosità può essere considerata praticamente nulla (magari evitate di mettervi le dita in bocca dopo averne maneggiata una!).

Comportamento:

Provenienti tutte dalla foresta pluviale SudAmericana le Dendrobates conducono per lo più una vita diurna occupando lo spazio che va dal livello del suolo ai 3-4 metri d'altezza, muovendosi tra la lettiera di foglie, i cespugli ed i tronchi d'albero.
Le specie più piccole (ventrimaculatus, imitator, reticulatus) sono le più arboricole ed amano vivere tra le bromelie (piante che è comunque bene siano sempre presenti nei terrari delle Dendrobates, indipendentemente dalla specie ospitata). In natura alcune specie vengono osservate a tutte le ore del giorno intente a cacciare il loro cibo preferito (formiche, collemboli ed acari), mentre altre sono attive nelle prime ore del giorno e vicino al tramonto.
due esemplari di D. leucomelas, quello in primo piano mostra la chiara dilatazione dei dischi adesivi delle zampe anteriori tipici del maschio I maschi mostrano abitudini piuttosto territoriali e si fanno letteralmente "sentire" con frequenti "trilli" per tenere a distanza i rivali (in effetti il verso di queste rane ricorda più il canto di un grillo che il gracidio di una rana, tanto meglio per le nostre orecchie!). Quando due maschi passano alle mani (ma talvolta capita anche tra femmine), si osservano dei buffi incontri di lotta che ricordano verosimilmente il sumo; queste lotte si osservano anche in terrario e non hanno mai effetti dannosi sugli animali, l'unico rischio è lo stress se la teca è piccola e poco arredata per cui le lotte divengono frequenti, se non continue. Questa osservazione ci da già una chiara indicazione per l'allevamento: o prepariamo un grosso terrario o ci accontentiamo di una coppia.
A questo proposito il problema maggiore è quello di distinguere i sessi visto che di solito si acquistano esemplari giovani (e io ne so qualcosa! i miei erano quasi tutti maschi). Negli esemplari adulti delle specie da me allevate (tinctorius, leucomelas, auratus) i maschi hanno i dischi adesivi delle zampe anteriori più sviluppate, inoltre cantano (ma lo fanno quando gli va e non certo in un negozio!), le femmine sono anche un po' più grandicelle.
L'auratus non è certo il più appariscente dei Dendrobates ma è sicuramente quello più rubusto e a buon mercato.
La stagione riproduttiva in natura corrisponde solitamente a quella delle piogge, in questo periodo i maschi cantano e si azzuffano più spesso. Quando una femmina gonfia di uova entra nell'area visiva di un maschio questo comincia a trillare con maggiore intensità tentando così di convincerla ad avvicinarsi. Il corteggiamento può durare ore, alla fine il maschio guida la femmina nel luogo scelto per la deposizione che consiste in una piccolissima raccolta d'acqua (spesso il semplice incavo di una foglia caduta sul terreno) protetta da una qualche copertura che la tenga in ombra (di questo si dovrà tenere conto per un'eventuale riproduzione).
Le specie più piccole ed arboricole, come ho detto prima, vivono nelle bromelie ed è li che depongono preferenzialmente le loro uova. A differenza degli altri anuri non si osserva un amplesso, ma i due partner si limitano a deporre i loro prodotti sessuali sulla stessa foglia. Le uova sono da 2 a 6 per le Dendrobates mentre i Phyllobates superano frequentemente la dozzina. Le cure parentali variano a seconda dei gruppi: per lo più il maschio resta a guardia della covata e si occupa di trasferire i girini in una raccolta d'acqua una volta che le uova si sono schiuse.
Tra le specie più piccole si osserva la tendenza, da parte della femmina, di tornare presso la covata e deporre uova non fertilizzate per nutrirla. Per alcune specie questa è la regola ed i girini non sono in grado di svilupparsi correttamente per più generazioni senza le uova materne, per questo il gruppo cui fa capo il D. pumilio (bellissimi davvero) non si trova praticamente più in commercio: è praticamente impossibile crescerne le covate.

Habitat naturale e alloggiamento in casa:

La mia esperienza con queste stupende ranocchiette è stata piuttosto sofferta prima di tutto per la difficoltà di procurarmele (parlo del 1994). Allora ero dovuto andare fino in Germania da un noto grossista di anfibi e rettili di Waldkirch per poterne trovare qualche esemplare, poi la mia proverbiale "sfiga" ha determinato che acquistassi 12 esemplari (4 leucomelas, 4 auratus, 4 tinctorius) di cui ben 11 erano maschi! Vista questa svista la mia sfortuna ha quindi aggiustato l'errore facendo sì che l'unica femmina di tinctorius accettasse come cibo unicamente collemboli per cui, nonostante ne avessi un allevamento, alla fine è morta di fame per le dimensioni troppo limitate del cibo!.
Per cercare di essere più esauriente mi sono quindi adeguatamente documentato (ai tempi della mia esperienza con le Dendrobates internet non esisteva ed avevo avuto immense difficoltà a reperire anche la più misera delle informazioni). Chiunque avrà qualcosa da aggiungere a questa scheda mi farà cosa graditissima.
Terrario: la scelta del terrario deve essere innanzitutto finalizzata alla/alle specie che si è deciso di ospitare. Chi vuol partire con una coppia può tranquillamente orientarsi verso una piccola vasca con capienza di circa 25 litri. Chi, come me, amerebbe ricreare un pezzo di foresta tropicale e tenere più esemplari sarà costretto ad orientarsi verso dimensioni decisamente più grandi. La mia teca misurava 100x60x100 cm (lunghezza x larghezza x altezza) queste dimensioni permettono di ospitare indifferentemente specie terricole ed arboricole ed anche più maschi della stessa specie (ne so qualcosa!).
L'arredamento della piccola teca può essere spartano con uno strato di terriccio coperto da qualche sasso piatto, una piantina (es. Photos) ed una petri come raccolta d'acqua (da posizionare sotto la pianta in modo che resti un po' in ombra). Per la grossa teca non resta che dare un'occhiata al portafoglio (acquistare bromelie ed orchidee costa davvero un capitale) e poi sbizzarrirsi creando terrazze con radici e legni su cui posizionare le piante. I più esperti possono anche creare una raccolta d'acqua (con rive accessibili, mi raccomando, le Dendrobates sono pessime nuotatrici) e movimentare il tutto con cascatelle e ruscelletti tramite una pompa da acquario. Devo dire che questo tipo di impostazione crea un vero "pezzo da arredamento" che può far sfoggio di sé anche nel salotto di casa.
Questo esemplare di leucomelas si sta facendo una bella 'bevuta' seduto nel calice di una bromelia! Al fine di ottenere un buon attecchimento delle piante ho utilizzato un primo strato di argilla espansa coperto da terriccio universale mischiato 1:1 con torba, il tutto per uno spessore di circa 15 cm. Poichè questo fondale non risulta molto estetico lo si può coprire con uno strato di muschio (soluzione più bella, ma poco duratura perchè l'elevata temperatura del terrario uccide il muschio nostrano piuttosto rapidamente) o con uno strato di foglie secche (dal mio punto di vista quelle di faggio sono le più belle e durature). Questo accorgimento ci permettrà inoltre di gustare a pieno i colori delle Dendrobates che contenendo molto nero contrasteranno di più su un fondale chiaro).
il tinctorius della varietà Seul ha colori molto contrastati Se nella teca avete piantato numerose bromelie, o avete organizzato un ruscelletto, potete evitare di introdurre contenitori per l'acqua, in caso contrario utilizzate delle capsule petri posizionate in punti ombrosi. L'ombra è importante, basta posizionare mezzo guscio di noce di cocco sulla petri (così dicono gli allevatori) perchè questa venga scelta come sito di deposizione!
A proposito d'acqua: le dendrobates non si immergono mai, ma amano "sedersi" nell'acqua, per cui il livello nelle petri non deve mai superare 1/6 della lunghezza totale dell'animale (zampe escluse), tenete conto che anche le uova non devono mai risultare immerse pena l'ammuffimento. Dico per inciso che le Dendrobates bevono "dal sedere" immagazzinando acqua nella cloaca; con questo sistema i maschi "portano" acqua alle uova garantendone la necessaria idratazione per tutto lo sviluppo.

Alimentazione:

Veniamo alle dolenti note, i Dendrobates mangiano moltissimo ed è quindi impensabile poterli mantenere senza organizzare un proprio allevamento di insetti "ad hoc". A detta di tutti gli esperti, e per mia esperienza diretta, il peggior disastro che vi possa capitare è la coltura di drosofile andata a pallino!
In natura l'80% della loro dieta è costituita da formiche, e, visto che quando si tratta di fare star bene i miei animali tendo a esagerare, avevo pure messo su un formicaio. Questa esperienza è durata poco perchè ho presto notato che queste ranocchie non sono così fanatiche e hanno sempre considerato le formiche come parte marginale della loro dieta (si vede che le formiche tropicali sono più gustose!).
Quindi vi consiglio di lasciar perdere e passare alla dieta standard: collemboli (per i più piccoli), drosofile (melanogaster piccole e/o hydei grandi), piccole larve di tenebrio molitor (6-8 mm) o di altri tenebrionidi (ottimo il Tribolium confusum, il più piccolo, sempre che possiate reperirlo), infine grilli appena schiusi o di pochi giorni.
Tenete conto che ogni esemplare di Dendrobates inghiottirà giornalmente almeno 7-10 prede per cui non vi resta che calcolare quante prede/settimana vi servono. Non è il caso di spaventarsi, ma io per le mie 12 "belve" avevo sempre in piedi 10 bottiglie da coltura di drosofile (usavo le hydei che sono più grandi, ma con ciclo vitale più lento), due scatole di grilli (una per i riproduttori ed una per la schiusa) ed una vaschetta di Tenebrio molitor da cui attingere di tanto in tanto.
Visto che questo sito è nato con l'intento di parlare chiaro vi narrerò di un intoppo che poi ho scoperto essere tutt'altro che infrequente: a metà estate le mie colture di drosofile cominciarono ad essere infestate da piccolissimi acari che le distrussero nel giro di quindici giorni: allora era impossibile trovare altre drosofile (che avevo comprato insieme alle rane in Germania) per cui sono dovuto andare avanti per più di tre mesi potenziando al massimo l'allevamento dei grilli (un lavoraccio lo giuro), finchè stremato e deluso dall'aver scoperto che tutti i miei esemplari erano maschi, ho dato via in blocco tutte le Dendrobates in cambio di una presunta coppia di Lampropeltis t. sinaloae neonati (cambio economicamente molto svantaggioso e che, come dirò nella sezione dedicata, fu fonte di nuova sfiga = erano due maschi pure loro!).
Il caldo della recente estate (2003) mi ha poi fatto scoprire che le Drosofile di laboratorio, quali sono appunto le qualità non volanti usate, soffrono anche le alte temperature, tutti i "Dendrobatologi" si sono infatti ritrovati di punto in bianco senza i preziosi moscerini! Ora posso quindi immaginare che non furono solo gli acari la causa della scomparsa delle mie colture.
Per evitare infestazioni ho trovato in rete due suggerimenti anti acaro: immergere le bottiglie delle nuove colture di drosofile in un catino contenente due dita d'acqua (gli acari non san nuotare per cui non le potranno raggiungere), ovvero porre le stesse su un panno o della carta "sporcata" con bassissime dosi di insetticida in polvere (a me pare un po' rischioso, mah?).
forma tipica del D. tinctorius A proposito di cibo vorrei ancora dibattere brevemente su di una questione che secondo me è fondamentale benchè nessuno ne faccia mai menzione: i grilli. Nella mia esperienza i minigrilli riescono spesso a sfuggire al loro triste destino (anche se alcuni consigliano di tenerli in frigo una decina di minuti prima di servirli alle Dendrobates allo scopo di intontirli) e colonizzano in massa il terrario con effetti catastrofici: nel giro di un mese raggiungono l'età adulta e, oltre a cantare, sono in grado di fare a pezzi le piante del terrario. Persino le bromelie che hanno un fogliame durissimo alla fine appaiono traforate come merletti! Stanarli in un ambiente così fitto è arduo (ne riuscivo ad intrappolare qualcuno con piccoli barattoli stretti e profondi usando come esca del cibo secco per cani). Per cui mi chiedo: sono veramente indispensabili? Ho letto di Dendrobates reticulatus allevati (e riprodotti!) con le sole drosofile eppure questa specie non è certo nota per essere di quelle "facili". Per cui credo che alla mia prossima esperienza mi accontenterò di drosofile, collemboli e piccole larve della farina, lasciando i grilli ai miei sauri che sanno bene come non farseli scappare!!!

Salute:

(fonte: http://www.amiciinsoliti.it)
 
Top
0 replies since 25/10/2007, 20:36   1405 views
  Share